Una buona economia per tempi difficili by Abhijit V. Banerjee & Esther Duflo

Una buona economia per tempi difficili by Abhijit V. Banerjee & Esther Duflo

autore:Abhijit V. Banerjee & Esther Duflo [Banerjee, Abhijit V. & Duflo, Esther]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2020-12-15T00:00:00+00:00


Distruzione creatrice

Per riassumere i paragrafi precedenti, possiamo dire che gli effetti di propagazione regionali sembrano reali, ma, basandoci sui dati limitati di cui disponiamo, probabilmente non abbastanza forti per alimentare la crescita a livello nazionale. Forse, prevedendo questa obiezione, Romer aveva una seconda storia nella manica: in questa, la crescita è alimentata dalle aziende che sviluppano nuove idee, che si trasformano poi in tecnologie più produttive48.

Romer descriveva una forza che garantisce il miglioramento costante delle tecnologie, e ancor di più in quei paesi che portano avanti politiche favorevoli all’innovazione. A differenza di quanto succede nel mondo di Solow, il progresso tecnologico qui non è più una forza misteriosa su cui non abbiamo alcun controllo.

Per costruire un modello in cui ci sono un’innovazione costante e una crescita senza freni, Romer aveva bisogno di una forza che controbilanciasse quello che tutti gli scienziati e gli ingegneri sanno: più cose sono già state inventate in passato, più sarà difficile trovare un’idea originale. Per arrivare a questa forza, Romer partì dal presupposto che le nuove idee, una volta prodotte, diventano liberamente accessibili agli altri, che possono usarle per elaborare altre idee ancora. La conoscenza si propaga. Il vantaggio di costruire sulle idee precedenti è che il nuovo inventore sta in piedi sulle spalle di giganti, cioè può partire dai risultati raggiunti dagli inventori che lo hanno preceduto: deve solo ritoccare l’invenzione precedente, non inventare qualcosa di completamente nuovo. In questo modo, il processo di crescita può proseguire senza sosta.

Romer è un ottimista autentico, e lo si vede con chiarezza, probabilmente, dalla sua convinzione di poter salvaguardare il progetto delle charter cities dalle dinamiche notoriamente nefaste della politica honduregna. Lo stesso ottimismo ispira la sua visione del processo di innovazione. Nel suo mondo, le nuove idee si diffondono nell’aria come il profumo delle rose portato da una brezza estiva.

Nel mondo reale, invece, pare proprio che la produzione di nuove idee sia una faccenda ben più complessa. Molte idee commerciabili sono prodotte da aziende, e le aziende tendono a essere possessive con le loro scoperte. Le compagnie farmaceutiche e le società di software, per esempio, fanno molte cose, legali e alcune volte meno, per acquisire e mantenere il controllo sulle nuove idee. Lo spionaggio industriale oggi è una grande industria globale, e così il suo contraltare, il diritto brevettuale. Un famoso saggio di Philippe Aghion e Peter Howitt, pubblicato un paio d’anni dopo quello di Romer, sosteneva che la crescita trainata dall’innovazione fosse possibile anche in questo contesto molto più spietato49. Nel loro mondo, le aziende innovano per essere sicure di arrivare prima della concorrenza, non per desiderio di conoscenza. Ciononostante, la produzione di nuove idee continua, a patto che la protezione brevettuale non precluda interamente la possibilità di far leva sulle idee passate.

Questo cambiamento di approccio non è privo di conseguenze. Nel mondo di Romer, l’innovazione è un dono del cielo che gli innovatori offrono al mondo. Loro ci fanno i soldi, ma quello che l’economia riceve in cambio



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